Fino a qualche anno fa infatti, prima di conoscere le nuove dipendenze comportamentali, si riteneva che la crisi di astinenza fosse legata soltanto all'uso di droghe.
Semplificando molto, potremmo così arrivare a definire l'astinenza come l’insieme degli effetti dati dalla /dovuti alla mancanza di qualunque cosa ci facesse stare molto bene, effetti che possono essere psicologici ma anche fisiologici.
La maggior parte delle persone con dipendenza da sostanze illegali si è trovata all'improvviso senza la possibilità di continuare a usarle. Uscire per procurarsele è diventato molto difficile (non sono pochi, in questi giorni, i casi di tossicomani che, spinti dal bisogno di usare stupefacenti, hanno consegnato alle forze dell'ordine un'autocertificazione in cui dichiarano che l’acquisto di droga è la causa di comprovata emergenza per cui si trovano fuori casa).
Chi, come noi, lavora nel settore delle dipendenze si accorge che se prima si cercava aiuto per smettere di usare qualche droga, ora il problema sta diventando riuscire a gestire le crisi d'astinenza e di ansia legate all'improvvisa, e non voluta, mancanza della sostanza. La sindrome di astinenza da sostanze psicoattive può durare da pochi giorni ad alcune settimane, e può essere più o meno severa, a seconda del tipo di sostanza.
Ma non solo le persone che usano sostanze psicoattive in questo periodo si possono trovare in seria difficoltà. Pensiamo alle dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo. Con la chiusura delle sale slot e dei bar, chi aveva un problema di questo tipo si trova necessariamente a non poter mettere in atto quel comportamento che probabilmente aveva più volte provato a interrompere senza successo. E in queste settimane di astinenza forzata si possono presentare sintomi quali ansia, inquietudine, nervosismo ecc.
Non sappiamo se questo periodo possa essere definito una cura, certamente rappresenta una disintossicazione che, se gestita al meglio, può portare anche a benefici ed astinenza nel lungo termine.
Tutti noi in realtà in questi giorni stiamo probabilmente sentendo la mancanza di tante cose a cui eravamo abituati nella nostra vita. Al di là delle inevitabili ansie dettate dalle incertezze di questo difficile momento, ci viene a mancare quello che ci riempiva la vita: il nostro lavoro, le nostre certezze, le abitudini, le persone ed i momenti vissuti con gli altri, il contatto fisico. E anche se queste cose non possono essere propriamente definite dipendenze, ci lasciano comunque di fronte a un vuoto grande. “Un vuoto grande e niente per resistere all’enorme pressione che subito si produce attorno ad un vuoto” (I. Svevo, La coscienza di Zeno).
Ecco che, per tutti, può essere in questo periodo più frequente sentire la mancanza e il vuoto prendere la forma di emozioni quali ansia, nervosismo, tristezza.
Spesso, quando ci si trova ad interrompere una dipendenza, una delle prime cose che succede è spostare il bisogno su altre dipendenze, per cui chi smette di fumare può facilmente passare un periodo in cui beve più alcol o cerca maggior gratificazione nel cibo. Potrebbe succedere anche a noi in questi giorni: mangiare e bere di più, fumare senza sosta o fare abbuffate di internet sono alcune delle cose che ci permettono di sentire meno questo “vuoto” a cui non siamo proprio abituati. Poi c’è il rischio del gioco d’azzardo online, soprattutto per chi ha vissuti di azzardopatia, o il sentirsi giustificati a stare sempre più attaccati ad internet ("tanto non c'è altro da fare"), per chi già prima manifestava un uso dei mezzi tecnologici eccessivo, ma non solo. Non ultimo, il rischio di (ab)usare farmaci, legali ma pericolosi (es. benzodiazepine) per fronteggiare le ansie e le paure di questo tempo.
È ormai dimostrato che il fumo di tabacco attivo e passivo nuoce gravemente alla salute, favorendo anche le infezioni respiratorie.
Ma le sigarette sono una di quelle dipendenze a cui ci si aggrappa facilmente nei momenti di difficoltà, e così potrebbe essere in questo periodo (qualcuno ha fatto notare sagacemente come siano stati chiusi i parchi ma non le tabaccherie).
Recentissimi studi relativi al Covid-19 hanno evidenziato un rischio di malattia più severa tra i fumatori. Un terzo in più dei fumatori positivi al Covid-19 presentava all’atto del ricovero una situazione clinica più grave dei non fumatori, e per loro il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica è più che raddoppiato. Perché allora non cogliere l’opportunità di questo momento per provare finalmente a smettere di fumare? Il momento è difficile ma presenta anche dei vantaggi: meno contatti sociali con altri fumatori ed anche meno occasioni in cui condividere questa dipendenza (cene, serate, locali) possono rappresentare un grande aiuto per chi decidesse di fare questo passo.
Poter gestire questa emergenza al meglio risulta importante per non lasciarsi sopraffare dall’ansia e dalla forte emotività che la accompagnano. Ormai tutti gli psicologi e psicoterapeuti utilizzano anche i canali online per fornire sostegno e terapia. A tal proposito, troverete in fondo a questo articolo, una brochure preparata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP).
Per quanto riguarda la gestione specifica dell’astinenza e della mancanza (di sostanze, di comportamenti e di persone), per supporto psicologico legato all’alimentazione incontrollata, o per chi avesse preso la grande decisione di smettere di fumare e cercasse un aiuto, noi di Indipendenze siamo disponibili per colloqui via Skype e su altre piattaforme, basta contattarci al 371/3230683 per prendere un appuntamento.
Ricordiamo infine che i Ser.D di tutta Italia (Servizi pubblici per le Dipendenze) sono aperti anche in questo periodo, prevalentemente per la somministrazione dei farmaci sostitutivi per la disintossicazione da oppiacei.
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