Incontro di formazione per psicologi e medici su un fenomeno poco conosciuto.
Relatore: dott. Thomas Zandonai .
Giovedì 16 luglio 2015 ore 20:30
Da un lato lo sport è un'attività da incentivare perché contribuisce in maniera rilevante al benessere psicofisico, anche in caso di psicopatologie. Numerosi studi dimostrano infatti che l’attività fisica migliora il benessere psicologico, riduce l’ansia e promuove una sana regolazione del sonno. L’evidenza dei test clinici dimostra che l’esercizio può essere utile per curare la depressione e, nelle persone più anziane, può contribuire a ridurre il rischio di demenza.
D'altro canto, il mondo dello sport, anche amatoriale, è sempre più insidiato dal fenomeno del doping, la cui vasta diffusione è da ricercarsi nelle trasformazioni sociali, negli enormi interessi economici coinvolti, nella cultura dell’immagine, nel valore dell’ambizione che risuona nel concetto che per emergere e guadagnare si è disposti a qualsiasi compromesso o sotterfugio. |
Non solo gli atleti professionisti di vertice, ma anche quelli amatoriali, con una buona percentuale di ragazzi dalle medie inferiori in su che praticano sport anche a livello non agonistico, usano sostanze dopanti che spesso possono portare a vere e proprie dipendenze.
L’azione sanzionatoria esercitata dalle autorità sportive e giudiziarie (L’Italia è dotata di una legge che fa del doping un reato penale – 376 del 2000) non sembra fungere da deterrente visto il costante incremento del fenomeno.
Quale può essere il ruolo degli psicologi e dei medici nei confronti dei ragazzi che ne sono coinvolti o dei genitori che spesso arrivano a incentivarne l'uso?
Agire in modo preventivo, informando ed educando soprattutto i giovani sembra sia l’unica arma efficace che abbiamo. Ne parleremo durante la serata in cui si cercherà, grazie all’aiuto della letteratura scientifica, di illustrare, discutere e confrontarsi sulle strategie attuative efficaci per contrastare il fenomeno doping osservato un punto di vista biomedico, sociale e psicologico.
Quale può essere il ruolo degli psicologi e dei medici nei confronti dei ragazzi che ne sono coinvolti o dei genitori che spesso arrivano a incentivarne l'uso?
Agire in modo preventivo, informando ed educando soprattutto i giovani sembra sia l’unica arma efficace che abbiamo. Ne parleremo durante la serata in cui si cercherà, grazie all’aiuto della letteratura scientifica, di illustrare, discutere e confrontarsi sulle strategie attuative efficaci per contrastare il fenomeno doping osservato un punto di vista biomedico, sociale e psicologico.
L'incontro, promosso da INDIPENDENZE Verona, è gratuito e si terrà giovedì 16 luglio alle ore 20,30 presso lo studio Crisalide in via Polveriera Vecchia 13, Verona.
Il numero di posti è limitato per cui è necessaria la conferma (anche via SMS) al 3453757946, oppure al 3331097558 oppure via mail a [email protected]
Il numero di posti è limitato per cui è necessaria la conferma (anche via SMS) al 3453757946, oppure al 3331097558 oppure via mail a [email protected]
Thomas Zandonai è dottore di ricerca in Biomedicina Traslazionale (Bio14). In questo momento è titolare di un assegno di ricerca presso il Laboratorio di Neuropsicofarmacologia della Sezione di Farmacologia del Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità dell’Università degli Studi di Verona. E’ coordinatore scientifico di un progetto finanziato dall’Agenzia Mondiale Anti-doping (WADA) sugli effetti del tabacco senza fumo (nicotina) sulle performance sportive. E’ dottore Specialista in Scienze e Tecniche dello Sport ed esperto nel settore anti-doping. Ha tenuto un corso sul doping presso l’Università Santo Tomas in Cile e ha coordinato progetti di prevenzione e informazione a livello universitario, scolastico e in collaborazione con gli enti di promozione sportiva. |