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COM’È ANDATO IL CICLO DI INCONTRI “COR-RELAZIONI AFFETTIVE” 2017?

30/3/2017

 
Pensiamo molto bene. Tutti gli incontri e laboratori che Indipendenze ha organizzato nel mese di marzo sul tema delle relazioni affettive, hanno avuto grande partecipazione e abbiamo anche dovuto organizzarci in stanze più spaziose per accogliere l’inaspettata richiesta. Abbiamo quindi potuto collaborare con colleghi entusiasti e conoscere tante persone interessate, e ci auguriamo che sia stata un’esperienza di relazioni positive un po’ per tutti.
Il tema è stato appunto quello dei legami affettivi nelle sue varie declinazioni.

Il ciclo si è aperto il primo marzo con la serata “A chi spetta la mela d'oro? Le divinità femminili e le donne di oggi” condotta dalla psicologa Francesca Distaso. E’ stato un momento di scoperta delle proprie radici, dei ruoli che scegliamo più o meno consapevolmente di agire in relazione con le altre persone, e delle possibili alternative da percorrere. Il mito delle dee greco-romane è stato utilizzato come espediente di conoscenza di sè. Dall’entusiasmo delle partecipanti alla serata, è nata l’idea di proporre un percorso di 4 incontri di gruppo che inizierà il 5 aprile.
La dott.ssa Michela Malfatti ha tenuto due laboratori creativo-espressivi e di danza-terapia. L’incontro dell’8 marzo ha avuto come focus l’espressione delle emozioni attraverso il corpo: i partecipanti hanno ripreso contatto con la propria dimensione corporea e sperimentato come attraverso il corpo e il movimento si esprimano emozioni come la felicità, la tristezza, la rabbia e così via. Il 18 marzo si sono affrontate tematiche inerenti la relazione in un contesto di gruppo e di coppia attraverso attività di gioco, danza, e espressione artistica.
Il 15 marzo, la dott.ssa Tiziana Mantovani ci ha accompagnati nella sperimentazione di una pratica meditativa di liberazione emozionale creata da Sajeeva Hurtado. Attraverso la respirazione e un lavoro sui diversi centri energetici è possibile armonizzare la relazione tra corpo, mente, cuore e anima, incontrare le emozioni, e trasformare le memorie corporee che sono conservate a livello preverbale.
L’ultimo laboratorio è stato tenuto dalla dott.ssa Patrizia Baroncini, che il 23 marzo ha proposto un’esperienza di mindfulness sul tema delle dipendenze da cibo e affettiva. Si è riflettuto sulle analogie tra queste due dipendenze ed i partecipanti hanno inoltre potuto sperimentare una sessione di “mindful eating”.
Il ciclo si è concluso sabato scorso, 25 marzo, con il convegno “La dipendenza affettiva: riconoscerla e affrontarla”, di cui ha parlato anche la stampa locale, organizzato in collaborazione con il Consultorio familiare Verona sud. L’evento ha avuto una partecipazione particolarmente numerosa e attiva di cui siamo molto soddisfatti. Ringraziamo per la grande affluenza e l’attenta partecipazione di tutti i presenti!
Il prossimo appuntamento organizzato da Indipendenze è un ciclo di incontri e laboratori interattivi dedicato al tema del Web, intitolato “CONNESSIONI:  DOVE “VIRTUALE” E “REALE” SI INCONTRANO” (scarica locandina), per genitori, insegnanti ed educatori. Gli incontri si svolgeranno tra aprile e maggio.
Vi aspettiamo!


COR-RELAZIONI AFFETTIVE 2017 fotoalbum

I CAN'T LIVE, WITH OR WITHOUT YOU

23/2/2016

 

Sintomi e caratteristiche della DIPENDENZA AFFETTIVA

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"Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un'infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.
Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro,
stiamo amando troppo.
Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza,
stiamo decisamente amando troppo."

Robin Norwood - Donne che amano troppo

Ognuno di noi è dipendente in qualche misura dagli altri, tutti noi abbiamo bisogno degli altri, di approvazione, empatia, di validazione e ammirazione, per sostenerci e per regolare la nostra autostima.
La possibilità di dipendere da una persona significativa fa parte di un rapporto equilibrato e soddisfacente, se viene mantenuta una dimensione di reciprocità e di riconoscimento di sé stessi e dell’altro come persone distinte, con bisogni, aspirazioni e desideri che possono non sempre coincidere e per i quali é necessaria un’opera di mediazione.
Si parla di dipendenza affettiva patologica (love addiction nella letteratura anglosassone), quando il rapporto che una persona instaura con un altro affettivamente importante é caratterizzato dalla necessità di non essere abbandonato, non essere lasciato solo a provvedere ai propri bisogni, quando un individuo, piuttosto che amare qualcuno, manifesta un estremo bisogno primario di essere amato.

Il dipendente affettivo dedica completamente sé stesso all’altro e al benessere dell’altro, trascurando il proprio, come dovrebbe avvenire invece in una relazione "sana". Questi “donatori d’amore a senso unico”, nell’amore vedono la risoluzione dei propri problemi, che spesso hanno origini profonde. Il partner assume il ruolo di un salvatore, egli diventa lo scopo della loro esistenza, la sua assenza anche temporanea dà la sensazione al soggetto di non esistere (DuPont, 1998).
Il sociologo Anthony Giddens (1992) è uno dei primi che parla di Love Addiction: nella dipendenza “da amore” ciò che viene sperimentato come amore diventa una droga e alcuni sintomi sono gli stessi che per le altre dipendenze:
  • ebbrezza (high): il soggetto prova una sensazione di piacere quando sta con il partner, che non riesce ad ottenere in altri modi e che gli è indispensabile per stare bene;
  • tolleranza: il soggetto cerca dosi di tempo sempre maggiori da dedicare al partner, riducendo sempre di più il proprio tempo autonomo e i contatti con l’esterno;
  • astinenza: il soggetto sente di esistere solo quando c'è l'altro, la sua mancanza lo getta in uno stato di allarme. Pensare la propria vita senza l'altro è inimmaginabile. L'altro è visto come l'unica fonte di gratificazione, le attività quotidiane sono trascurate, l'unica cosa importante è il tempo trascorso con l'altro (da qui la paura di perderlo);
  • craving: la ricerca costante e compulsiva di relazioni sentimentali per ottenere il senso di sicurezza e la validazione;
  • perdita di controllo: una riduzione di lucidità e capacità critica che crea vergogna e rimorso e che in taluni momenti viene sostituita da una temporanea lucidità, cui segue un senso di prostrante sconfitta e una ricaduta nella dipendenza, che fa sentire più imminenti di prima i propri bisogni legati all’altro. Questi processi si colorano di rabbia e senso di colpa.
Anche dai dati di uno studio di John Marsden del National Addiction Center di Londra, la ricerca della propria anima gemella non è così diversa da quella della dose da parte di un tossicodipendente. “L’innamoramento provoca, infatti, reazioni chimiche simili a quelle di cocaina e anfetamine”.
Secondo Alexandra Katehakis, fondatrice e Direttore Clinico del Center for Healthy Sex di Los Angeles, i pazienti con dipendenza affettiva accusano sintomi comuni, primo fra tutti la PAURA.

“Se mai vi è capitato di essere ossessionate da un uomo, forse vi è venuto il sospetto che alla radice della vostra ossessione non ci fosse l’amore, ma la paura; noi che amiamo in modo ossessivo siamo piene di paura: paura di restare sole, paura di non essere degne di amore e di considerazione, paura di essere ignorate, o abbandonate, o annichilite. Offriamo il nostro amore con la speranza assurda che l’uomo della nostra ossessione ci protegga dalle nostre paure; invece le paure e le ossessioni si approfondiscono,
finché offrire amore nella speranza di essere ricambiate diventa la costante di tutta la nostra vita.
E, poiché la nostra strategia non funziona, riproviamo, amiamo ancora di più. Amiamo troppo.”

Robin Norwood - Donne che amano troppo

Paura di cambiare che induce a ripiegarsi su se stessi e a chiudersi alle esperienze esterne per la necessità di mantenere fermi alcuni punti certi, soffocando qualsiasi desiderio o interesse personale in nome di un amore che occupa il primo posto nella propria vita. Paura di perdere l’amore, paura dell’abbandono o della separazione, paura della solitudine e della distanza, paura di mostrarsi per quello che si è, ma anche senso d’inferiorità, senso di colpa, rancore e rabbia, coinvolgimento totale nella relazione e vita sociale limitata, gelosia e possessività, ossessione per l’altro, incapacità di smettere di vedere la persona amata anche quando si è consapevoli che è distruttiva per se stessi, sentimenti di disperazione e fallimento quando si è lontani dal partner; oltre a sintomi somatici simili a tutte le dipendenze come insonnia, nausea, disturbi gastrici, fino ad arrivare a depressione e stati simili al lutto.
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L’amore dipendente è ossessivo. Le persone con difficoltà affettiva non riescono a prendersi cura di sé, a creare degli spazi per la propria crescita personale perché sempre prese da qualche problema del partner che richiede la loro attenzione e la loro energia. Queste personalità si percepiscono spesso come incapaci di provvedere a sé, di far fronte alle difficoltà o ai propri stati emotivi se non affiancate da un’altra persona che reputano (talvolta senza un reale riscontro nella relazione) più forte, sicura e capace. Per questo tendono ad attaccarsi agli altri in modo intenso ed eccessivo, facendo di tutto per assicurarsi l’amore dell’altro, mettendo in secondo piano i propri bisogni nella speranza di essere accettati.
Queste persone sono caratterizzate anche da un pensiero del tipo: “io sono cattivo, gli altri sono buoni, mi trattano male per colpa mia, devo cercare di accattivarmeli”. Sono convinte che per essere amate devono sempre essere diligenti, amabili o perfette, sacrificarsi per l’altro per potersi meritare il suo amore. Anche quando questo vuol dire farsi male.

La posizione paradossale che caratterizza la dipendenza affettiva è quindi “non posso stare con te” (per il dolore in seguito a umiliazioni, maltrattamenti, tradimenti) “né senza di te”, (per l'angoscia al solo pensiero di perderti).
I can't live with or without you.

Il Servizio Indipendenze propone percorsi individuali e di terapia di gruppo per emanciparsi dalle dipendenze affettive.
Il 3 marzo 2016, all'interno del convegno "STOCCOLMA E ALTRE SINDROMI" alcuni professionisti di INDIPENDENZE parleranno della dipendenza affettiva nelle sue più comuni manifestazioni, tenendo sempre presente i percorsi terapeutici possibili e disponibili sul territorio e all'interno dell'Azienda Ospedaliera di Verona, per far sì che il disorientamento e la paura lascino il posto a competenze, esperienza e percorsi validati, pur nella complessità della problematica.

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