Di seguito una nostra breve recensione e i recapiti a cui poterci contattare, in caso di necessità e curiosità sul tema del Gioco D'Azzardo Patologico.
E ricordate che Il gioco non ha età, ma l'azzardo non è un gioco!
Il regista, grazie anche all’ottima interpretazione di Castellitto, riesce a riproporre in maniera piuttosto fedele il comportamento del “giocatore compulsivo”, tra debiti sempre maggiori, bugie raccontate in famiglia e continua ricerca di denaro, in una discesa personale e morale che pare non avere fine.
Viene ben rappresentato anche il contesto familiare di Franco, ovvero una figlia in procinto di sposarsi e prendere casa che, a causa della scoperta dei debiti e delle bugie del padre, si vede costretta a modificare drasticamente i suoi piani tra sguardi allo stesso tempo feriti e tuttavia colmi d’affetto.
Una moglie esasperata dalle continue bugie e delusioni che cerca, nonostante tutto, di mandare avanti la famiglia nella vana speranza di un cambiamento.
Quando inevitabilmente si svela il loro reale disastro finanziario, quale potrà essere la soluzione di una famiglia in cui il gioco d’azzardo è così presente? Come fare per risanare tutti i debiti? Continuare a giocare nella speranza di recuperare quanto perso, oppure provare a percorrere strade diverse?
Queste sono alcune delle domande che potrebbe porsi una famiglia incastrata in un problema di gioco d’azzardo dove, oltre al giocatore, anche gli altri membri iniziano a subire le gravi conseguenze di uno schema che per essere interrotto richiede un grande sforzo collettivo.
In una famiglia già lacerata da questo problema, in cui le tensioni sono altissime, ogni imprevisto si rivela una difficoltà e ogni traccia di fiducia sembra persa per sempre, la capacità di chiedere aiuto diventa quindi fondamentale.
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