
Questi ragazzi sono inoltre accomunati da ritmi sonno-veglia completamente invertiti cui segue spesso uno stato di letargia, umore depresso, talvolta comportamenti ossessivo-compulsivi e manie di persecuzione. Con lo sviluppo tecnologico, i giovani in questione si ritrovano a dedicare la maggior parte delle loro giornate ai videogiochi o alla navigazione in rete che finiscono per sostituire tutte le attività quotidiane. Ecco dunque che le relazioni vis à vis con i coetanei vengono rimpiazzate da incontri con amici virtuali che, a modo loro, tengono compagnia. Si tratterebbe dunque di una scelta “gruppale” piuttosto che “individuale”, se confrontata con l’Hikikomori delle origini che trascorreva le sue giornate leggendo libri o girovagando per la stanza in completa solitudine. |
Questa considerazione esorta a non accontentarci di quello che già “sappiamo” poiché la storia di ogni ragazzo può dirci qualcosa in più rispetto al suo “Hikikomori”. E’ un invito a non fermarci all’etichetta, ma piuttosto ad ascoltare la nostra curiosità e il nostro interesse nei confronti dell’altro per raggiungere una conoscenza più profonda della persona. L’équipe di Indipendenze condivide il presupposto che sia fondamentale comprendere quale sofferenza si celi dietro il disagio manifestato dal ragazzo al fine di trovare per lui e con lui una nuova strada da percorrere. Come ci spieghiamo la scelta dell’isolamento quale soluzione eletta ad esprimere il proprio stato di impasse? Cosa vuole comunicare il ragazzo attraverso questa scelta?